Dopo un anno sulla panchina viola, accanto a Cavasin, Gianni Bortoletto lascia la Fiorentina. Non sarà più lui l’ allenatore in seconda, al suo posto dovrebbe arrivare Aldo Dolcetti, che ha giocato nel Cesena nel periodo in cui Cavasin era allenatore. Sulla decisione di Bortoletto di abbandonare la Fiorentina ci sono due spiegazioni. Una ufficiale, è lo stesso Bortoletto a spiegarla: «La mia volontà è di provare in prima persona a guidare una squadra». Bortoletto, che proprio in questi giorni sta frequentando a Coverciano il corso allenatori di prima categoria, potrebbe trovare sistemazione già da questo campionato. Ma c’ è anche una spiegazione non ufficiale, che parla di incomprensioni tra Cavasin e Bortoletto. Anche il preparatore atletico, Antonio Montinari, potrebbe lasciare la Fiorentina. Per il momento è stato spostato al recupero dei giocatori infortunati e al suo posto dovrebbe arrivare, dalla Spal, Davide Farnedi. Se l’ offerta economica della Fiorentina sarà soddisfacente, Montinari accetterà la “retrocessione”, altrimenti pure lui chiuderà il suo rapporto. Anche nel suo caso si dice ci sia stato un po’ di attrito con Cavasin. Intanto Valentino Rizzuto continua a mettere i bastoni tra le ruote alla Fiorentina. Ieri ha diffidato la Federcalcio perché revochi o annulli il cambiamento della denominazione della società di calcio Florentia di Diego Della Valle in Fiorentina in relazione all’ iscrizione al campionato di C1. Lo ha reso noto l’ avvocato Piero Lorusso, legale di Rizzuto, che poi ha spiegato: «Con la diffida, la Figc è stata posta in mora e ha tre giorni di tempo per ottemperare a quanto richiesto da Rizzuto. In caso contrario ricorreremo alle autorità competenti». Infine i tifosi viola sono sul piede di guerra. E il bersaglio è Franco Carraro: una documentazione sul presidente della Federcalcio Franco Carraro e sulla «cattiva gestione» del calcio attuale verrà consegnata a breve a tutti i parlamentari italiani dal Collettivo. Lo stesso club ha annunciato per settembre un maxi-raduno con tutti i capi delle tifoserie delle squadre di serie A, B e C «per decidere strategie comuni e cacciare chi oggi comanda nel nostro calcio”.